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Autore The Elephant Man, ovvero la sindrome di John Merrick
DemonSeth
ex "Phibes"

Reg.: 27 Feb 2002
Messaggi: 2048
Da: Catania (CT)
Inviato: 15-10-2002 11:47  
Premessa:
mezzanotte (notoriamente l'ora delle streghe), non avevo molto sonno, stavo per connetermi alla rete, quando una vocina gradevole ed insistente mi suggerisce di rivedere questo film. Vado nella Phibes-cave, prendo il catalogo...Vhs #199, mi posiziono sul divano e l'ho piacevolmente rivisto.

Non vorrei iniziare una discussione sull’aspetto cinematografico di quest’opera, sul suo valore artistico, ma su quello che la figura di John Merrick rappresenta.
Il film mi ha procurato un disagio non indifferente, che però non è dovuto a ciò che state pensando.
Mi sono chiesto: “E’ possibile che Mr. Lynch, dopo aver generato quel capolavoro di simbologie e metafore che è Eraserhead, abbia fatto un film così semplice (come storia)?”. Se il film avesse portato la firma di Ron Howard…non avrei avuto dubbi, ma credo che dietro la facciata di una storia lineare, difficile, dura…ma pur sempre “chiara”, si nasconda qualcosaltro.
Vi esprimo il mio dubbio.
Il film mostra le due esistenze dell’uomo elefante: La prima terribile, una vita di umiliazioni, maltrattamenti, orrori. La seconda piena di comprensione, tranquillità, amore.
Mi sono chiesto quale di queste due facce della medaglia fosse la migliore…e mi sono trovato in estrema difficoltà.
Il povero John cerca quell’affetto che non ha mai avuto, dunque ciò che offre lui il Dr. Treves è una sorta di miracolo, rimane il fatto (estremamente palese) che tutto quello che gli viene offerto è finto, non scaturito da un sentimento “puro”, ma figlio di compassione, pena ed una sorta di beneficenza non gratuita, bensì mirata a purificare lo spirito di chi la attua con un gesto di estrema carità.
Di contro trovo che paradossalmente, il sentimento di Bytes (il padrone dell’uomo elefante), sia un sentimento vero…Bytes ama davvero John, è un amore malsano, violento ma rimane vero. Tutto ciò che gli accade quando i due sono insieme è realtà. Tutto ciò che gli accade in ospedale è frutto di una messinscena…John rimane lì solo per un atto caritatevole della regina.
In conclusione mi chiedo, e vi chiedo, se per John Merrick fosse stato meglio vivere e morire in uno stato di estrema, dura e crudele verità, o vivere e morire convinto di essere amato da gente che in effetti provava solo pena per la sua condizione.
E’ più vera l’immagine di John rinchiuso in gabbia con le scimmie o in vestaglia, che versa del te a degli aristocratici che non riescono neanche a guardarlo in faccia?
Questa credo sia in generale una condizione riproponibile, con le dovute attenzioni, alla vita di chiunque.
Attendo vostri commenti

PS. Avete notato come il montaggio della sequenza iniziale dell’ipotetico incidente subito dalla madre più che un tragico infortunio, suggerisca uno stupro!

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"Capable du meilleur comme du pire, mais pour le pire je suis le meilleur"

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 15-10-2002 12:20  
In effetti suggerisce uno stupro.
Ti ringrazio per aver postato un commento su questo splendido film.
Anche secondo me è un errore catalogare The elephant man come un film semplice e lineare. Lynch infatti è bravissimo a insinuare molti dubbi su una storia apparentemente edificante, e che in realtà nasconde molti punti su cui riflettere.
John Merrick , l'impressione è sempre quella, viene trattato da fenomeno da circo anche da parte del dottore che si offre di curarlo- le intenzioni prime almeno sono queste, sfruttarlo per far carriera.
Un velo d'ironia, inoltre, attraversa tutto il film( john che parla della madre come di una donna bellissima!) e veramente non si può addebitare al dottor Treves un amino nobile e puro poichè c'è sempre il dubbio che in realtà tutto ciò che fa gli sia conveniente. Cosa che invece non accade per il vecchio proprietario, che lo sfrutta apertamente, senza troppe ipocrisie.
Il finale poi è di una tristezza unica: doveva morire , John Merrick, per poter dormire come tutti gli altri.
La scena più bella e angosciante è quella quando , dopo essere scappato al suo vecchio padrone, si ritrova inseguito da una mandria di voyeurs che lo braccano come se fosse un animale chiudendolo in un angolo.
Il voyerismo è un altro bellissimo tema di questo film, sempre costante, e magistrale è il fatto che il volto di John ci venga presentato solo dopo parecchie sequenze, e proprio mentre un'infermiera impaurita si trova costretta a portare il pranzo a questo aborto; noi assieme a lei saliamo le scale , spaventati e morbosamente attratti allo stesso tempo dal deisderio di guardare in faccia un mostro. lo stesso meccanismo che portava poi la gente a vedere Merrick in un o spettacolo circense.
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E' una storia che è successa ieri, ma io so che è domani.

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DrCalamaro

Reg.: 14 Giu 2002
Messaggi: 2077
Da: ge (GE)
Inviato: 15-10-2002 12:56  
Bellissime le riflessioni che fate . Devo rivederlo . E devo pure pensarci .Il finale però , Quilty , mi sembra che si possa prestare anche ad una lettura decisamente meno drammatica , anzi decisamente positiva , ma magari sono solo un pazzo :
Il fatto che lui si ammazzi sì , può significare quello che dici tu , ma secondo me la pietra angolare della lettura è il fatto che lui abbia appena passato , se non ricordo male , l'unica , la prima giornata di vera felicità , di vera accettazione di se stesso e di vera , sincera e non mascherata , accettazione da parte degli altri . Il passaggio dalla padella dell' autentico e sincero dolore non ipocrita ma fine a se stesso alla brace del pietismo devasta l'elefante , deforme specchio della nostra coscienza , ma alla fine questo non lo spinge al suicidio . Decide di uccidersi in un giorno , l'unico , come dicevo , in cui è per la prima volta in pace con se stesso e pure gli altri con lui . Visto che siamo umani e che , se abbiamo fortuna , il perfetto equilibrio lo si tocca una volta sola nella vita decide di eternare questo momento , perchè meglio di così non potrà mai essere ( pessimismo ) ma nello stesso tempo con la serena e sincera espressione dipinta sul suo volto ci comunica che ha raggiunto il più grande dei suoi scopi : sperimentare relazioni che non si fermino solo al dato fisico : ora può morire felice , e sinceramente un po' lo invidio .

E muore concludendo la sua prima e ultima giornata da essere umano a tutti gli effetti addormentandosi come tale .



[ Questo messaggio è stato modificato da: DrCalamaro il 15-10-2002 alle 13:00 ]

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 15-10-2002 13:24  
quote:
In data 2002-10-15 12:56, DrCalamaro scrive:


E muore concludendo la sua prima e ultima giornata da essere umano a tutti gli effetti addormentandosi come tale .









Appunto, l'impossibilità di poter godere pienamente della vita poichè la morte sopraggiunge e solo questa ti rende uguale veramente a tutti. Mi viene in mente l'epilogo di Barry Lyndon e la scritta:" questi personaggi che vissero nel 18° secolo...ecc...ora sono tutti uguali".
Oppure mi viene in mente il finale del "Posto delle Fragole" quando, sospirando, il professor Isaak Borg si addormenta(per sempre?) sognando il suo posto delle fragole e una vecchiaia tormentata dai rimpianti e rimorsi.
Per me il finale del film di Lynch è devastante, l'impossibilità di essere felici e uguali a tutti gli altri se non nella morte.In fondo, come in Eraserhead, ci dice Lynch...
...in heaven everything is fine.
Solo in paradiso però.



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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 15-10-2002 13:32  
John Merrick riesce a dormire come un umano solo perchè è morto. Altrimenti non avrebbe mai potuto. Lui appoggia il capo e trova la morte. Sono due cose inscindibili. Se non avesse chinato la testa, non sarebbe stato come tutti gli altri ma sempre e solo un diverso. Lui alla fine non si sente più un diverso, ma attenzione a non confondere il punto di vista del protagonista con quello della regia. Le due cose non coincidono affatto. Lui si sente finalmente accettato e vuole dormire come dormono tutti. Ma muore per questo. E' uguale solo perchè non può più rialzare il capo.

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E' una storia che è successa ieri, ma io so che è domani.

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 15-10-2002 13:50  
Il discorso in pratica è questo: se prendiamo in considerazione solo il punto di vista dell'uomo elefante, le sue sensazioni , emozioni, ecc... chiaramente il film risulta molto soft. Un uomo impara ad accettarsi piano piano, aiutato da un medico in particolare, alla fine addirittura fa una vita sociale( va a teatro) e sembra finalmente aver trovato la serenità per poter morire . E 'felice, lui stesso lo dice.

Ma il film non è tutto qui. C' è il punto di vista della regia che , molto astutamente, mescola le carte e ci propone l'altro lato della questione-un aborto sfruttato persino dal medico, i sorrisi di facciata, le visite di comodo solo magari per farsi vedere generosi e di nobili intenti, il dubbio perenne che Lynch insinua nello spettatore: fu vera gloria? Non lo fu affatto, fino alla fine viene messo in crisi e le sue moine e i suoi commenti sono in fondo molto ironici (già detto, i commenti sulla madre) , persino nella scena della riconciliazione con la vita pubblica Lynch lo manda a teatro, luogo di finzione se ce n'è uno( con standing ovation finale addirittura per il protagonista, la cui cosa suona chiaramente falsa). Lui è felice, ma gli altri recitano e in fondo egli continua a vivere in una stanza che è una gabbia, magari più lussuosa, confortevole del buco in cui si trovava prima, ma sempre una gabbia dove nobili signori armati di parrucche e sorrisi lo vanno a trovare -magari per comparire il giorno dopo sul giornale. E poi il finale, con sopraggiungere della morte, accolta con serenità da un povero illuso.
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DemonSeth
ex "Phibes"

Reg.: 27 Feb 2002
Messaggi: 2048
Da: Catania (CT)
Inviato: 15-10-2002 14:00  
La Morte di John è un apparente suicidio, apparente perchè è vero che si da la morte per conservare quella giornata "normale", per essere come tutti gli altri, dunque dormire come il bambino nel quadretto della sua stanza, ma sapeva già di dover morire!
Quello che dicevo nel messaggio iniziale è proprio questo...John viene accettato, passa una giornata tra gli altri uomini che non lo guardano più come un mostro, è felice...ma è tutto finto!!
La sua accettazione da parte degli altri deriva solo dalla benevolenza di pochi: La regina che considera "lodevole" la carità mostrata, Mrs. Kendal un'annoiata e famosa attrice trova interessante John solo perchè ne ha abbastanza dei te con gli aristocratici e mette in scena lo spettacolo in onore di John perchè sa che sta per morire.
Perchè il pubblico applude?
Perchè considera John un uomo...o solo perchè la Kendal applaude per prima?
Intendevo questo...è tutto terribilmente finto. L'amaro finale potrebbe racchiudere proprio questo...morire in fondo appare l'unica soluzione, come dice Quilty solo nella morte sia tutti veramente uguali...anche se il film si chiude con una frase inquietante: "Niente può morire".
Chuido con una precisazione, se è vero che "in heaven everything is fine" è altrettanto vero che "in hell everything is fun"!
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DemonSeth
ex "Phibes"

Reg.: 27 Feb 2002
Messaggi: 2048
Da: Catania (CT)
Inviato: 15-10-2002 14:01  
Quilty evidentemente hai postato mentre scrivevo...abbiamo scritto cose molto simili.

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mallory

Reg.: 18 Feb 2002
Messaggi: 6334
Da: Genova (GE)
Inviato: 15-10-2002 14:21  
grazie Phibes...

...la storia di John Merrick non è semplicemente una storia di emarginazione...
in fondo la figura di pseudoprotagonismo soppianta in modo quasi metaforico un aspetto psicosociale.
L'elephant man in realtà non esiste,John Merrick è l'incontro-scontro dell'individuo con se stesso;vive in ognuno di noi,e il rapporto che si ha con questa parte,ci forgia.

chiunque abbia a che fare con John,sviluppa una reazione differente;reazione che,come il tassello di un mosaico karmico completa l'immagine dell'individuo...

nel film,Elephant man viene:odiato,amato,disprezzato,compatito,combattuto...dando vita ai personaggi...al loro profilo caratteriale.

l'aspetto devastato di John Merrick è l'espressione metaforica del cambiamento che ogni persona attua sulla propria personalità nel tentativo di mostrare quello che è...
fino all'inesorabile e bieca completazione del processo di snaturamento che costringe John Merrick a lasciarsi morire adattato alle abitudini di un modo di vivere che non gli appartiene...

io odio John Merrick...
questo fa di me quello che sono...
per quanto mi riguarda,Merrick si è addormentato nel letto delle mio profilo caratteriale molto tempo fa...


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DrCalamaro

Reg.: 14 Giu 2002
Messaggi: 2077
Da: ge (GE)
Inviato: 15-10-2002 14:33  
quote:
In data 2002-10-15 13:50, Quilty scrive:
Il discorso in pratica è questo: se prendiamo in considerazione solo il punto di vista dell'uomo elefante, le sue sensazioni , emozioni, ecc... chiaramente il film risulta molto soft. Un uomo impara ad accettarsi piano piano, aiutato da un medico in particolare, alla fine addirittura fa una vita sociale( va a teatro) e sembra finalmente aver trovato la serenità per poter morire . E 'felice, lui stesso lo dice.

Ma il film non è tutto qui. C' è il punto di vista della regia che , molto astutamente, mescola le carte e ci propone l'altro lato della questione-un aborto sfruttato persino dal medico, i sorrisi di facciata, le visite di comodo solo magari per farsi vedere generosi e di nobili intenti, il dubbio perenne che Lynch insinua nello spettatore: fu vera gloria? Non lo fu affatto, fino alla fine viene messo in crisi e le sue moine e i suoi commenti sono in fondo molto ironici (già detto, i commenti sulla madre) , persino nella scena della riconciliazione con la vita pubblica Lynch lo manda a teatro, luogo di finzione se ce n'è uno( con standing ovation finale addirittura per il protagonista, la cui cosa suona chiaramente falsa). Lui è felice, ma gli altri recitano e in fondo egli continua a vivere in una stanza che è una gabbia, magari più lussuosa, confortevole del buco in cui si trovava prima, ma sempre una gabbia dove nobili signori armati di parrucche e sorrisi lo vanno a trovare -magari per comparire il giorno dopo sul giornale. E poi il finale, con sopraggiungere della morte, accolta con serenità da un povero illuso.



Grazie , tra l'altro l'ho visto un po' di tempo fa e i ricordi non sono lucidissimi , dovrebbe rivederlo , il calamaro , come ha scritto . Nato da uno stupro , una vita dolorosa , insostenibilmente non umana , una morte da illuso . Che cazzo ! Ma la disillusa e sagace regia di Lynch ci propone un innegabile sorriso finale . Una serenità , che è forse o sicuramente figlia dell'illusione , ma che è tale , ed ha per questo un valore positivo . Se è felice perchè dovrebbe suicidarsi ? Appunto perchè è felice , e vuole illudersi che sia vera quella felicità che ha sperimentato quel giorno , che siano veri e sinceri quegli applausi e quelle attenzioni "umane" che ha ricevuto "gratuitamente" per la prima e unica volta in vita sua . La regia , come dici , mostra l'impietosa realtà della faccenda ma non può togliere il fondamentale diritto di scelta dell'Uomo Elefante . La regia è Dio , e da brava entità superiore concede il libero arbitrio agli uomini . L'uomo elefante non è un uomo o meglio lo è ma non proprio e difatti il libero arbitrio gli viene conferito solo alla fine della sua esistenza mediante la scelta tra il morire felice ( ed illuso ) o il continuare a vivere nell'ipocrisia . L'Uomo Elefante fa una scelta di purezza , una scelta di serenità . Si salva e muore felice grazie alla sua illusione , perchè vuole convincersi di avere realmente vissuto quello che mai potrà essere ma che ha sempre ambito . Ha le idee chiare , lo dimostra il modo in cui decide di uccidersi : la regia lo condanna come un illuso ma ci da , forse , anche gli elementi della sua redenzione con quel sorrisone finale , il sorriso di chi ha scelto di illudersi per salvarsi . E lui si salva , gli altri no .
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La carne è grassa, lo spirito è lieto.

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skyjuice

Reg.: 28 Mag 2002
Messaggi: 339
Da: ge (GE)
Inviato: 15-10-2002 23:58  
ragazzi, questo post oggi mi ha sputtanato tutto il pomeriggio di tesi. è stato davvero piacevole leggervi e spremere le meningi per ricordare certi dettagli. vi chiedo ora, magari non centra una funcia, se è possibile parlare di parallelismi con una "storia vera". a me vengono in mente le stelle....
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DemonSeth
ex "Phibes"

Reg.: 27 Feb 2002
Messaggi: 2048
Da: Catania (CT)
Inviato: 16-10-2002 10:11  
quote:
In data 2002-10-15 23:58, skyjuice scrive:
ragazzi, questo post oggi mi ha sputtanato tutto il pomeriggio di tesi. è stato davvero piacevole leggervi e spremere le meningi per ricordare certi dettagli. vi chiedo ora, magari non centra una funcia, se è possibile parlare di parallelismi con una "storia vera". a me vengono in mente le stelle....




In effetti sky non hai tutti i torti a proporre questo parallelismo.
Ci sono dei punti in comune tra le due pellicole. Il primo in assoluto riguarda la semplicità (apparente) della vicenda...sembra tutto scontato e chiaro...ma non è così, anche il finale è simile, in fondo anche Mr. Farnsworth è un illuso.
Devo pensarci un pò su prima di addentarmi in questo dedalo...tra l'altro devo ancora rispondere a Mallory. Datemi tempo.
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MikesAngel
ex "MissRigth"

Reg.: 09 Gen 2002
Messaggi: 7725
Da: Firenze (FI)
Inviato: 16-10-2002 13:16  
Io l'ho interpretato così:
essere diversi in una società ben allineata e preconfezionata fà di te un essere di cui gli altri hanno paura xchè non conforme alla massa. Questo porta primo a due cose, ci sarà chi cercherà di sfruttarti apertamente perchè socialmente in una posizione migliore della tua, o semplicemente perchè è fornito di mezzi superiori ai tuoi e non esiterà a farlo anche con la forza, ci sarà invece chi molto viscidamente ti farà credere di capirti e amarti e ti sfutterà come e peggio di chi lo fà a viso aperto. la sofferenza ti accompagnerà inesorabilmente come gli sguardi dei "normali" carichi di odio, finta sopportanzione, falsa pietà o di paura, se non sarai abbastanza forte nel proteggere la tua diversità, finirai per morire ..... soffocato,
nel patetico tentativo di voler essere a tutti i costi uguale agli altri.
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"... ' fanculo a quelli che credono di capire un film, quando invece si fermano solo ad alcuni aspetti tecnici, credendo di essere dei grandi cineasti..."

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seanma

Reg.: 07 Nov 2001
Messaggi: 8105
Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 21-04-2003 16:33  
è un film difficillissimo.Stasera lo devo riguardare.....

a domani per il commento...o forse prima chissà....

ho fatto male a guardarlo stamattina...ero troppo rimbambito....
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sono un bugiardo e un ipocrita

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seanma

Reg.: 07 Nov 2001
Messaggi: 8105
Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 22-04-2003 11:33  
E' proprio vero.Lynch è davvero un gran bastardo.Finge di propinarci la solita storiella sui "diversi" nello stile dei vecchi cari mostri dell'horror e invece qua e là butta dentro delle sequenze memorabili,ma assai criptiche.Già da subito si parte:una fotografia,la fotografia di una donna bellissima e di seguito uno sciame d'elefanti,dei gridi...e di seguito ancora l'universo dei "Freaks",il circo,la loro casa.Fra questi c'è anche John,che però noi non vediamo subito,bensì rimane sempre nascosto e vive,in una sequenza terrificante,nello sguardo pietrificato del Dr.Treves,primo "privilegiato" a vedere il "mostro"oltre al sig.Bytes,personaggio anch'egli estremamente complicato sotto un manto di semplicità.Ma di Bytes parleremo più avanti.Ora invece analizziamo il primo istinto del dr.Treves:portare John all'ospedale per fare il colpaccio sui colleghi,provando per egli soltanto pena,estrema pena.E così noi,che non possiamo fare altro che vedere quest'uomo incappucciato,"senza volto".Poi la "scoperta":il cappuccio viene tolto,e l'orrore sopraggiunge alla pena e la supera.Risulta davvero ripugnante un simile essere,insostenibile.E in parallelo lo siamo noi.Ma John sa parlare.E negli spettatori subentra un estrema tenerezza,mentre per coloro che gli gravitano attorno John comincia a diventare ora un oggetto di vanto(per i nobili inglesi,la regina medesima,che lo chiama "Elephant Man)ora un oggetto di meschino lucro(per Jim e i suoi "amici" dei bassifondi).Tuttavia noi spettatori cogliamo qualcosa in più:cogliamo in John l'orgoglio di essere diventato quasi uguale a tutti gli altri,mentre impettito si sistema il farfallino della giacca per andare dai Treves.E più tardi in questa stessa simbolica veste,John sarà vittima di una delle scene con più impatto di tutto il film:John portato in trionfo,trionfo del pupazzo John Merrick,bambola di lussuirioso divertimento per la banda di criminali.Curioso poi come in questa scena predomini un elemento apparentemente incongruo:baci,baci lussuriosi,violenti,forzati.Ma questo si ricollega al tema della sessualità:curiosamente,infatti,l'unica parte intatta di John sono proprio i genitali e John stesso è divenuto ciò che è divenuto alla nascita....
Comunque,il sentimento provato dal dr.Treves sta mutando,così come muta la consapevolezza che John ha di sè stesso.Ormai è cosciente di valere qualcosa,di essere inserito "socialmente"£anche se perviene a questo con maniere opposte agli scopi.E proprio queste scene centrali sublimano questa consapevolezza:John teme la notte,ma di notte sogna,per la prima volta.E sogna confusamente di se stesso,DEI SUOI GENITORI...E POI UN CIELO NEBULOSO....
Curioso poi come questo sentimento sia accresciuto dalla frequentazione dell'Arte,della Poesia e più tardi,del Teatro.I ronicamente geniale poi,come John legga proprio "Romeo and Juliet"espressione di quel feeling amoroso che John tanto cerca ma fatica a trovare.Anche il dr.Treves è ormai andato al di là del semplice "mostro da copertina"l'affetto che prova per John comincia a trasformarsi in qualcosa di reale,di veramente sentito,colpito com'è dalla bontà d'animo di John in contrasto col suo finto iniziale "beneficentismo".Il sig.Bytes,invece,è forse il personaggio meglio tratteggiato dopo John.Gretto,lucroso,negriero,ma in fondo al cuore angosciato da ciò che vede e forse dalla sorte stessa di John.Il sig.Bytes vuole bene a John.,ma come se ne vorrebbe ad un cane o ad un gatto,non certo a un uomo.
E si arriva così al teatro....

Il Teatro ieri come il Cinema oggi.Capace di far pensare,far riflettere,ma soprattutto di procurare emozioni.Emozioni.
Le emozioni fanno un uomo.Infatti è proprio qui che John completa il suo "percorso".Questa scena è un capolavoro sublime.Lynch alterna immagini che sembrano provenire dal Cinema che fu,con sullo sfondo il faccione,sorridente,di John,che guarda estasiato quel meraviglioso spettacolo...
John Merrick è fiero di essere John Merrick,perchè è riuscito a essere se stesso,ad essere felice.Così finita la cattedrale,uno ad no leva tutti i suoi "cuscini vitali" e si addormenta per sempre,felice,con il sorriso sulla faccia e nella testa la voce della sua bellissima madre.
Questo finale non è affatto drammatico o meglio intriso di una qualsivoglia tristezza:tutt'altro.Colpo di genio assoluto,possiede una poesia e una tranquillità sconfinati:non c'è amarezza,c'è solo soddisfazione,enorme appagamento di una speranza.E' proprio una fine,un compimento.E noi siamo allo stesso tempo inteneriti ma felici,perchè John è morto felice.
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sono un bugiardo e un ipocrita

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